Una passeggiata tra storia, mare e tradizione
Il Castello Medievale di Castellammare di Stabia
Antica fortezza affacciata sul golfo, simbolo identitario della città.
Il Castello a Mare, che dà il nome alla città di Castellammare di Stabia, sorge a 100 metri sul mare, protetto dai contrafforti del Faito. Le prime tracce documentate risalgono al 1086, ma l’impianto originario è di epoca bizantina, voluto dal Duca di Sorrento come roccaforte di frontiera.
Nei secoli, il castello fu modificato più volte per adattarsi alle tecniche belliche: nel 1470 fu reso resistente agli attacchi d’artiglieria e nel Cinquecento fu aggiunto un “rivellino” bastionato. Faceva parte di un sistema difensivo più ampio che includeva castelli e torri del territorio stabiese. Simile al Castel Nuovo di Napoli, fu ritenuto strategico anche nel XV secolo per l’organizzazione navale del Regno. Il castello fu feudo dei Farnese, ospitò una guarnigione spagnola e divenne anche carcere: la “Papiria” era temuta dai detenuti.
Nel tempo perse la funzione militare e fu abbandonato. Ma proprio il suo aspetto decadente, tra ruderi e vegetazione spontanea, lo rese amato dai pittori dell’Ottocento, come Pitloo e Gigante. Ospitò persino Boccaccio, che lo cita nel “Decamerone”. Ridotto a rudere, fu salvato da restauri iniziati nel 1931 e poi nel 1956, grazie all’impegno privato.
Oggi vive ancora, “sub specie artis”, come simbolo identitario e scenografico della città.
La Cassarmonica
Elegante padiglione liberty, cuore musicale e culturale cittadino.
Nel cuore di Castellammare di Stabia, in Piazza Principe Umberto, si erge la Cassarmonica, uno dei simboli più amati e riconoscibili della città. Realizzata nel 1900 su progetto dell’ingegnere Eugenio Cosenza, questa elegante struttura in stile liberty fu costruita interamente in ferro battuto dalla Fonderia Pisano di Salerno.
Di forma ottagonale, con una cupola slanciata e decorazioni floreali, la Cassarmonica nasce per ospitare concerti bandistici all’aperto e celebrare la ricca tradizione musicale stabiese. La sua acustica naturale e la bellezza architettonica la rendono un vero e proprio “tempio della musica”.
Nel corso dei decenni ha accompagnato feste patronali, eventi civili e culturali, diventando punto di riferimento per cittadini e visitatori. Dopo anni di abbandono, è stata restaurata e restituita alla città, tornando a essere fulcro di iniziative artistiche e musicali.
Una sosta sotto la Cassarmonica è un tuffo nella storia elegante di Castellammare, dove la musica, l’arte e la memoria collettiva si incontrano in una sinfonia senza tempo.
Palazzo Farnese
Sede del municipio di Castellammare di Stabia fino al 1964, si compone di un primo e secondo piano (più uno arretrato, per una cubatura totale di circa 12 mila metri). Il Palazzo di Città nel 1700 era di proprietà del principe Farnese, ceduto poi, da questi, a Ferdinando I.
Lungomare di Castellammare di Stabia
Un panorama mozzafiato tra mare e monti, ricco di dettagli artistici e architettonici.
Il lungomare di Castellammare di Stabia è molto più di una semplice promenade: è un vero palcoscenico sul Golfo di Napoli, dove il blu intenso del mare abbraccia il verde rigoglioso dei Monti Lattari. Camminare qui è un viaggio tra eleganza architettonica e fascino paesaggistico.
Simbolo di questo scenario unico è la Cassarmonica, raffinato padiglione in ferro e vetro ideato dall’architetto stabiese Eugenio Cosenza nel 1911. Con il suo stile liberty e i vetri colorati, rappresenta un perfetto connubio tra arte e musica, ospitando eventi e concerti che animano la vita culturale della città.
Un tempo, le ringhiere del lungomare erano impreziosite da anfore in terracotta e piastrelle decorate con motivi marini – polipi, granchi, pesci, barche e reti da pesca – elementi che celebravano la profonda connessione di Castellammare con il mare e le sue tradizioni. Alcuni di questi decori sono ancora visibili nei numeri civici dei palazzi storici.
A dominare il panorama, sulla punta estrema del lungomare, sorge il suggestivo Castello Medioevale, noto come “Castello a Mare”, costruito nell’XI secolo dai duchi di Sorrento: un vero guardiano del passato, che racconta le origini antiche della città.
E quando il sole cala, il cielo si infiamma di sfumature dorate e rosate, regalando uno spettacolo naturale che rende questa passeggiata una delle più romantiche del Mediterraneo. Un luogo dove ogni dettaglio parla di bellezza, storia e identità.
Street Art 2025
Un museo a cielo aperto: le saracinesche del centro diventano opere d’arte.
Dal 16 marzo 2025, il Borgo Antico di Castellammare di Stabia, suo cuore pulsante, si è trasformato in un vero museo a cielo aperto. L’occasione è stata l’edizione 2025 di StreetArt, evento curato dal Comitato Borgo Antico Stabia, che ha riportato l’arte tra la gente, nelle strade, sui muri e sulle saracinesche.
L’iniziativa ha puntato i riflettori sul potere rigenerativo dell’arte urbana: murales, installazioni e performance live hanno raccontato Castellammare con un linguaggio contemporaneo ma profondamente legato alle radici. Un viaggio visivo tra memoria e creatività che ha restituito nuova vita al centro storico, consolidando un progetto di valorizzazione culturale partito nel 2021 con artisti provenienti da tutto il mondo.
Sotto la direzione dell’artista Marco De Rosa, un gruppo di talenti ha animato le saracinesche con opere ispirate alla storia stabiese. Domenico Cuomo, Antimak, Mike, Big, Gigi Mito, Kevin Masucci, Francesca Walk Lomasto e Umberto RGK Bogard hanno raccontato la città attraverso i suoi volti e i suoi simboli: Viviani, Ruccello, Denza, il falò dell’Immacolata, le fonti termali e gli scavi archeologici.
Con StreetArt 2025, Castellammare ha rilanciato la sua anima più autentica: quella di una città che vive, respira e si racconta attraverso l’arte.
La Corderia
Il più antico opificio di cordami ancora in attività in Italia.
Lo Stabilimento Militare Produzioni Cordami di Castellammare di Stabia affonda le sue radici nelle attività artigianali che affiancavano il Real Arsenale, fondato nel 1773 per volontà di Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli. In quel luogo, dove già da oltre due secoli si costruivano e riparavano imbarcazioni e velieri, prese vita la Corderia, attiva sin dal 1796.
Si tratta della più antica Corderia Italiana ancora in funzione, simbolo di un’eredità storica e marinaresca di straordinario valore.
Oggi, lo Stabilimento produce un’ampia gamma di cordami e attrezzature navali, tra cui reti specialistiche (come parabossoli e reti da ponte di volo), biscagline, tappetini e paglietti. Queste lavorazioni, molte delle quali eseguite ancora a mano nel reparto artigianale, rappresentano un’eccellenza unica nel panorama nazionale. Lo Stabilimento è inoltre impegnato nei collaudi di materie prime e prodotti finiti, garantendo qualità e affidabilità.
La lunga storia, il legame profondo con la tradizione marinara e l’eccellenza nella produzione rendono la Corderia un autentico vanto per la città di Castellammare di Stabia e un patrimonio prezioso per l’intera Nazione.
Fincantieri di Castellammare di Stabia
Cuore pulsante della cantieristica italiana, tra memoria e innovazione.
Lo stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia rappresenta uno dei poli industriali più antichi e prestigiosi d’Italia. Le sue origini risalgono al 1783 con la fondazione del Real Cantiere Borbonico, fortemente voluto da Ferdinando IV di Borbone. Da allora, qui sono nate navi che hanno fatto la storia, tra cui la celebre nave scuola Amerigo Vespucci, varata il 22 febbraio 1931 e conosciuta come “la nave più bella del mondo”.
Lo stabilimento ha attraversato i secoli mantenendo sempre un ruolo centrale nella cantieristica militare e civile. Negli anni più recenti ha varato l’unità di supporto logistico “Atlante” per la Marina Militare, confermando la vocazione innovativa del cantiere.
Oggi Fincantieri è non solo memoria storica, ma anche simbolo di rinascita industriale e tecnologica per Castellammare. Ogni varo è un evento per la città, che riconosce nello stabilimento un’eccellenza nazionale da proteggere e valorizzare.
La nave scuola Amerigo Vespucci
Varata qui nel 1931, è conosciuta come “la nave più bella del mondo”.
La nave scuola Amerigo Vespucci è stata varata il 22 febbraio 1931 a Castellammare di Stabia, dove è stata interamente costruita e allestita presso il Regio Cantiere Navale della città.
È considerata un vero e proprio gioiello della Marina Militare Italiana per diverse ragioni:
- È la nave più antica ancora operativa nella Marina Militare.
- Il progetto porta la firma del contrammiraglio Francesco Rotundi, già ideatore della nave Cristoforo Colombo.
- Fu concepita come nave scuola, destinata alla formazione degli allievi ufficiali dell’Accademia Navale di Livorno.
- È un esempio di eccellenza dell’ingegneria navale italiana.
- È conosciuta in tutto il mondo come la “nave più bella del mondo”.
Inoltre, va ricordato che:
- È la seconda nave italiana a essere intitolata al celebre esploratore fiorentino Amerigo Vespucci.
- Ha solcato più volte i mari di ogni continente, diventando ambasciatrice della cultura e dell’innovazione italiana.
- Il suo passaggio è talmente ammirato che le marine militari di altri Paesi le rendono omaggio con un inchino, riconoscendone la straordinaria bellezza.
Castellammare di Stabia e le sue Acque Termali
Le acque minarili stabiane sperimentate per oltre duemila anni.
Castellammare di Stabia, al centro di un importante poligono turistico, occupa una posizione geografica certamente favorevolissima, che non sfuggì ai romani che qui venivano per riposarsi e curarsi.
Le ben 28 sorgenti di acque minerali che, per la loro varietà di composizione chimica, costituiscono un importante complesso idrologico e consentono di eseguire sul posto cure idropiniche e termali di grande efficacia terapeutica in molte forme morbose, erano già famose nell’antichità: Columella nel X libro del suo «De re rustica» scrive, «… fontibus et Stabiae celebres…»; Plinio, nella sua colossale Storia naturale, parla frequentemente di Stabia, dei suoi monti ricchi di armenti, del suo clima e delle sue acque.
Questi accenni mostrano come fin d’allora erano le acque a dare fama e celebrità a Stabia che diventò una stazione termale assai ricercata. Basti pensare che sul poggio di Varano proprio di fronte al golfo, sorse un quartiere residenziale, con ville, portici, piscine e palestre, in grado di offrire serenità e riposo ai ricchi romani che venivano a chiedere alle acque minerali il loro salutare potere terapeutico.
Poi venne la catastrofica eruzione del Vesuvio, nell’anno 79 d.C., e fu morte e distruzione per Stabia che rimase seppellita insieme a Pompei ed Ercolano, sotto uno spesso strato di cenere e lapilli.
Stabia tuttavia risorse ben presto: un insieme di favorevoli condizioni naturali richiamò nuovamente in questi luoghi gente di ogni parte e pian piano riacquistò il suo antico splendore: gli artistici sarcofagi rinvenuti di Linezia, Caio Longinio Proculo, C. Longinio Prisco, del capo dei decurioni di Miseno, Giulio Longinio e le descrizioni di parecchi scrittori dell’epoca, ci danno una idea chiara della ripresa di Stabia.
Il grande medico dell’antichità Claudio Galeno, nel quinto libro del suo famoso Metodo di Curare (il Megalotechnum) parla diffusamente di Stabia e cita un significativo caso di guarigione ottenuto qui: si tratta di un suo giovane paziente, per giunta anche medico, uno di quei medici che curano empiricamente ex usu et exercitatione, il quale, affetto da una grave malattia epidermica alle vie respiratorie, dopo inutili cure, si imbarca su di una nave e, attraverso il Tevere, viene al mare dopo quattro giorni di navigazione. Arriva a Stabia e qui guarisce. L’esempio è valso ad altri ammalati che anche loro guariscono; Galeno aggiunge che sarebbe suo desiderio veder riprodotti altrove i fattori benefici che la natura ha accumulati a Stabia a vantaggio e beneficio dell’umanità sofferente: e — egli dice – «non bisogna pensare solo per quelli che abitano in Italia; ma per quel ch’è possibile, anche agli ammalati di tutto il mondo». «Neque enim iis modo qui Italia incolunt est succurrendum, sed quoad fieri potest, qui ubivis habitant gentium».
Forse è stato ripensando alle parole di Galeno che gli stabiesi hanno voluto realizzare, diciannove secoli dopo, un colossale complesso idrotermale sulla parte più alta della città che è venuto ad essere aggiunto alle Antiche Terme.
Oggi, nonostante entrambe le strutture non siano più attive, l’eredità termale di Castellammare rimane un tesoro di inestimabile valore, testimone di una storia millenaria di cura e relax.
(Antonio Ziino)
Quartiere Acqua della Madonna
Il Cuore del Borgo Marinaro di Castellammare di Stabia.
Nel pittoresco quartiere Acqua della Madonna, situato nel borgo marinaro di Castellammare di Stabia, storia e tradizione si intrecciano armoniosamente.
Il nome del quartiere deriva dalla celebre sorgente scoperta nel 1841 nei pressi di una chiesa dedicata alla Madonna di Porto Salvo, edificata nel 1580. Quest’acqua minerale, nota per le sue proprietà organolettiche inalterate nel tempo, era un tempo apprezzata dai navigatori che la utilizzavano durante le lunghe traversate. Un maestoso leccio, piantato probabilmente prima della scoperta della sorgente, ombreggia la piazzetta del borgo, aggiungendo fascino al luogo.
Oltre alla fonte, il quartiere è rinomato per le “gallette stabiesi“, biscotti tradizionali che i marinai portavano in mare e ammorbidivano nell’acqua salata prima di consumarli.
Oggi, l’Acqua della Madonna continua a essere un simbolo identitario per Castellammare, rappresentando un legame profondo tra la comunità locale e le sue radici storiche.
Il Centro Antico di Castellammare di Stabia
Un intreccio di vicoli, arte e memoria popolare.
Il Centro Antico di Castellammare di Stabia è l’anima più autentica e vibrante della città.
Tra vicoli stretti, archi in tufo e cortili interni, si respira ancora oggi l’atmosfera di un passato fatto di artigiani, pescatori e mercanti. Questo quartiere, che si sviluppa ai piedi del Castello Medioevale e nei pressi dell’antica via Nuceria-Stabias-Surrentum, è uno scrigno di storia e tradizione.
Passeggiando per queste strade, si incontrano chiese antiche, portali in pietra lavica, edicole votive e scorci che raccontano secoli di vita quotidiana. Luoghi simbolo come la Chiesa di Gesù, la Chiesa di San Bartolomeo e la stessa Cattedrale, fanno da cornice a un contesto urbano che conserva ancora l’impianto originario medievale.
Negli ultimi anni, il quartiere è tornato protagonista grazie a progetti di rigenerazione culturale, come il festival StreetArt, che ha trasformato le saracinesche dei negozi in opere d’arte, celebrando i personaggi e i simboli più cari alla memoria stabiese.
Il Centro Antico non è solo un luogo da visitare: è un viaggio tra cultura popolare, spiritualità e bellezza nascosta. Un’esperienza che svela l’anima vera di Castellammare.